Il diritto, la Regalità, la Tradizione.
L’ETERNA LEZIONE DI ROMA IN UN SAGGIO DI MARIO POLIA
I lettori di Area conoscono bene il lavoro di Mario Polia, antropologo, archeologo e storico delle religioni, una delle voci più autorevoli della cultura tradizionale italiana d’oggi. Già animatore negli anni ‘70 di una rivista romana di Studi tradizionali oramai entrata nella leggenda, Excalibur, ideatore ed ispiratore di Avallon – Rivista di Studi sull’Uomo e il Sacro che ha recentemente celebrato i propri 20 anni di vita, autore di una serie di saggi fondamentali (Le Rune e gli dèi del Nord, L’etica del Bushidō, Il Mistero Imperiale del Graal – recentemente tradotto in spagnolo -, Il sangue del Condor) costantemente aggiornati e sviluppati con una cura certosina, Mario Polia – come ha recentemente sottolineato Alfredo Cattabiani – è l’esponente di punta di un’intera generazione di studiosi e ricercatori che da trent’anni non hanno mai piegato la propria identità e la propria ricerca alle mode ideologiche ed alle baronìe imperanti nel mondo accademico italiano, e che hanno pertanto pagato un prezzo assai pesante in termini personali e professionali.
Ma il riconoscimento che Mario Polia non ha ottenuto da un’Università come quella italiana ancor oggi terreno di caccia di ideologie laiciste, sempre meno marxiste e sempre più liberal-massoniche, ha ottenuto all’estero: grazie alle sue ventennali ricerche archeologiche ed antropologiche nel nord del Perù, dopo numerosi attestati ufficiali di stima da parte del governo peruviano ed importanti apprezzamenti da parte dei migliori antropologi italiani (fra tutti, Vittorio Lanternari), è stato recentemente insignito del Cavalierato della Repubblica Italiana per il ruolo rivestito nella valorizzazione della cultura andina e nello sviluppo della presenza culturale italiana in America Latina.
Per tutto questo, l’uscita di un nuovo saggio di Mario Polia costituisce un evento culturale di importanza internazionale. Imperium. Origine e funzione del potere regale nella Roma arcaica (Il Cerchio-Iniziative Editoriali, Via dell’Allodola 6, 47900 Rimini 2002, e-mail ilcerchiolib@iper.net, 294 pag.) all’interno della pur ricca e profonda produzione saggistica del nostro Autore spicca tuttavia per molti motivi.
In primo luogo per il tema. Polia, dopo venticinque anni di ricerca attorno alla cultura e spiritualità della Roma precristiana, focalizza in questo prezioso volume i fondamenti storici, mitologici e spirituali che dettero vita all’esperienza di Roma, e tramite essa all’Europa intera. Concentrandosi sul periodo più antico della vicenda dell’Urbe, in questo modo Polia evidenzia alcuni concetti-cardine, fondamenti dell’esperienza ad un tempo religiosa e comunitaria della Roma delle origini: a Roma, così come poi sarà nell’Europa romana e cristiana fino all’epoca moderna, l’Autorità non si fonda su se stessa, né sul potere economico, ma sulla stretta corrispondenza tra l’umano e il divino, la comunità degli uomini e la presenza costante del divino nella storia. Il Rex, il Re sacro delle origini, è infatti tale in quanto incarna ciò che è retto, il “diritto” (jus), che è tale se ed in quanto è conforme al volere divino (fas); e questa conformità si tramanda nella storia della comunità nella Tradizione, che non è consuetudine o esoterismo, ma mos maiorum.
L’intuizione che l’Autorità politica ed il Potere che essa manifesta non siano frutto di alcun “contratto sociale” né della “libera scelta” di chicchessia, ma abbiano senso e soprattutto legittimità se rispecchiano l’ordine del cosmo, facendosene parte attiva in una funzione provvidenziale di trasmissione e crescita materiale e spirituale, attraverserà i lunghi secoli di Roma in Occidente ed in Oriente, giungendo fino alla fine del Medioevo e rimanendo viva fino al XIX secolo nell’esperienza delle ultime monarchie di diritto divino, contro cui non a caso si scaglieranno per 200 anni tutte le ideologie della modernità.
Ma questo saggio di Mario Polia è ricco di infinite altre informazioni e suggestioni: dalle genealogie dei “Re divini” di Roma arcaica fino alla memoria delle funzione esemplare degli exempla, le biografie dei cittadini esemplari di Roma (Orazio Coclite, Muzio Scevola, Tito Manlio Torquato, Arria Maggiore), in cui il Mito di Roma termina la sua compiuta fusione con la Storia, secondo quel modello di stretta interconnessione che già G. Dumézil aveva illuminato.
Infine un’anticipazione: Mario Polia sta licenziando proprio in questi giorni un altro testo, nato da un progetto di ricerca promosso da Identità Europea sulla profondità spirituale della cultura folklorica dell’Appennino laziale cui hanno collaborato antropologi italiani e stranieri. Si chiamerà Mio padre m’ha detto… e continuerà a dar corpo allo sforzo trentennale dell’Autore: far vedere a chi abbia intelletto d’Amore come la Tradizione europea, che da Roma nasce, non muore.
Adolfo Morganti